Beethoven

Poesia di Nikolaj Zabolockij

Traduzione di Paolo Statuti
Nel giorno stesso in cui le tue armonie
Vinsero il mondo della fatica umana,
La luce superò la luce, la nube – la nube,
Il tuono entrò nel tuono, la stella nella stella.
 
E preso da una furiosa ispirazione,
In orchestre-tempeste, in fremito di tuoni,
Tu salisti le scale annuvolate
E trovasti la musica dei mondi.
 
Come querceto di trombe e lago di melodie
Tu superasti un uragano stonato,
E gridasti in faccia alla natura stessa,
Il tuo volto leonino penetrò in un organo.
 
E di fronte allo spazio mondiale
Un tal pensiero mettesti in quel grido,
Che la parola con l’urlo sfuggì alla parola
E diventò musica, l’eterno volto leonino.
 
Nelle corna del toro di nuovo cantò la lira,
Un osso d’aquila diventò flauto del pastore,
E tu capisti il vero incanto del mondo
E separasti il suo bene dal suo male.
 
E attraverso la quiete dello spazio mondiale
Fino alle stelle arrivò la nona onda…
Apriti, o pensiero! Diventa musica, o parola,
Colpisci i cuori, perché il mondo trionfi!