Sul tuo grugno
Poesia di Clemente di Leo
Sul tuo grugno, mio porco s’infrange la lontananza delle stelle l’infinità della linea retta. Seduto nella mangiatoia soffice d’erba medica ti metto i piedi dondolanti sul dorso godendomi la canzone che tu soffi nel truogolo. Succhia e canta! Io intanto allungo il braccio rubo le mele dalla tazza dei conigli me le mangio e ti butto i torsi. Caro, è una felicità essere animali così senza il chiodo dei colori nella testa senza la porta della tour Eiffel che sprofonda davanti un vuoto di notte e di astri. E ho ricominciato questo discorso da ergastolani. Porco, tu mangi, io mangio e parlo. Non sono genuino come te mi fece una pasta gommosa avida di attacchi e qui c'è poco da attaccare se non i venti le cattedrali rosso-oro delle nuvole. Insomma un decifit di malformazione una bolla di sapone scordata nella carne caro mio maiale, ci separa.