Quasi un epigramma
Poesia di Salvatore Quasimodo
Il contorsionista nel bar, melanconico e zingaro, si alza di colpo da un angolo e invita a un rapido spettacolo. Si toglie la giacca e nel maglione rosso curva la schiena a rovescio e afferra come un cane un fazzoletto sporco con la bocca. Ripete per due volte il ponte scamiciato e poi s'inchina col suo piatto di plastica. Augura con gli occhi di furetto un bel colpo alla Sisal e scompare. La civiltà dell'atomo è al suo vertice.