Il grido delle stazioni
Poesia di Marina Ivanovna Cvetaeva
Grido delle stazioni: resta! delle sale d’aspetto: oh, compassione! grido delle stazioni secondarie: non è l’esclamazione di Dante: “lasciate ogni speranza”? E grido delle locomotive. Con il ferro squassa e col rombo di un’onda oceanica. Agli sportelli delle casse credevi che commerciassero in spazi? In mari e terreferme? Nella più viva delle carni: carne siamo – non anime! Labbra – non rose! Via da noi? – No, su di noi le ruote trasportano gli amati! Alla tale e alla tal’altra velocità all’ora. Sportelli delle casse. Ossicini d’una passione da giocatori. Ha ragione quel qualcuno di noi che disse: l’amore è uno scorticatoio! “- La vita è rotaie! Non piangere!” Massicciate – massicciate – massicciate… (Negli occhi di questi ronzini i proprietari guardano malvolentieri). “Senza fosso e senza cucitura non c’è felicità. – Con questo l’ho comprato,” quella sarta aveva ragione. Al che, dopo un silenzio: “Ci sono le traversine.”