Sonetto XI

Poesia di Luigi Tansillo

Erra, piangendo, fra le rovine de’ Campi Flegrei, presso il lago d’Averno, chiedendo pietà per le sue pene.

Valli nemiche al sol, superbe rupi
che minacciate il ciel; profonde grotte,
onde non parton mai silenzio e notte:
sepolcri aperti, pozzi orrendi e cupi;

precipitati sassi, alti dirupi,
ossa insepolte, erbose mura e rotte,
d’uomini albergo, ed ora a tal condotte,
chete men d’ir fra voi serpenti e lupi;

erme campagne, abbandonati lidi,
ove mai voce d’uom l’aria non fiede:
ombra son io dannata a pianto eterno,

ch’a pianger vengo la mia morta fede;
e spero, al suon de’ disperati stridi,
se non si piega il ciel, mover l’inferno!