Faccio fatica a credere il mio amore
puro come in me pensavo,
se come l'erba esso patisce
mutevoli vicende e le stagioni.
Durò tutto l'inverno allora la menzogna
di giurare che il mio amore era infinito,
se primavera lo accresce ancora.
Ma se questa medicina, l'amore, fannaco di ogni dolore,
di grande dolore, non è solo quintessenza,
ma mistura d'ogni sostanza, anima che soffre
o senso, e dal sole mutua
il fervido vigore, amore non è
purezza e astrazione, come è solito dire
chi ha la sua musa, unico amore.
Ma simile a ogni altra cosa, composta di elementi,
amore vuole contemplazione e azione.
Ma non più grande, più eminente
amore a primavera è fatto,
come nel finnamento il sole
non dà ampiezza alle stelle, ma risalto;
e gentili atti d'amore, fiori su un ramo,
ora sbocciano dalle sue radici deste.
Se come nell'acqua franta il primo cerchio
muove altri cerchi, se amore
conosce addizioni, esse lo sono
come le sfere the fanno un solo cielo,
perché tutte concentriche a te.
Se anche primavera aggiunge
nuovo ardore all'amore, come in guerra i principi
impongono nuove tasse, in pace non rimesse,
non c'è inverno che toglierà vigore
alla crescita primaverile d'amore.