Rivoltando il collo della camicia,
irsuto, come un busto di Beethoven,
copre col palmo come pedine
i sogni e la coscienza, la notte e l'amore.
E una dama nera
con furia e angoscia
predispone alla fine del mondo
cavaliere a cavallo contro le pedine.
Nel giardino ove dalla cantina, dal gelo
esclamazioni fragranti mandano le stelle,
come un usignolo sulla vite di Isotta
raggelano i singhiozzi di Tristano.
E giardini, recinti e stagni
e l'universo che ferve di bianchi lamenti,
non sono che corrente di passione
a lungo accumulata nei cuori.