Tutto il giorno la pioggia non mi lascia.
"Vattene!", io le dico rozzamente;
fa quattro passi indietro, poi, devota,
mesta mi segue come una bambina.
Come un'ala, la Pioggia alla mia schiena
s'è incollata. "Vergognati!", le dico;
"l'ortolano t'invoca lacrimando,
corri dai fiori! Che hai trovato in me?"
Intanto in giro regna un'afa cupa;
dimenticando ogni altra cosa al mondo,
la Pioggia è qui con me, mentre d'intorno
mi danzan i bambini, quasi fossi
la macchina per innaffiare i prati.
M'infilo in un caffè, dentro una nicchia.
Alla finestra, come un accattone,
mi aspetta. Ed all'uscita mi castiga
con uno schiaffo umido sul viso;
ma subito la Pioggia audace e triste
mi lascia sulle labbra un bacio fresco,
che ha il profumo del cucciolo bagnato.
Son buffa col mio fradicio scialletto
legato al collo, mentre sulla spalla
siede la Pioggia come una bertuccia,
e la città si turba; con un dito
mi solletica un lobo. Tutto è secco.
Io sola son bagnata fino alle ossa